Sostenibilità della Supply Chain
La globalizzazione, la creazione di reti di impresa sempre più complesse ed estese, i distretti, le partnership pubblico-privato, il telelavoro, l’outsourcing dei processi di business e/o di knowledge processing, il crowd sourcing, i portali ed i social networks estesi ai fornitori, la capacità di produrre on demand e su misura, stanno trasformando lo scenario competitivo. Di conseguenza la capacità di migliorare la sostenibilità non solo economica, ma anche sociale, ambientale e culturale della catena di fornitura estesa, in ottica craddle to craddle, emerge anche dalla nostra analisi come un fattore determinante della capacità di rinnovarsi e competere anche a medio-lungo termine. Per questo motivo non solo ne sponsorizziamo e supportiamo la loro completa applicazione a tutti coloro che, in ogni istituzione, impresa od organismo pubblico, partecipino a vario titolo alla gestione della catena di fornitura estesa (fornitore-cliente), ma riteniamo importante misurare e comprendere meglio quanto accade in Italia ed attraverso il confronto con le best practices anche internazionali, individuare trend ed opportunità di miglioramento. Crediamo che l’evoluzione della sostenibilità nelle funzioni che gestiscono la catena di fornitura sia perciò un distintivo elemento di maturità delle imprese ed istituzioni del XXI secolo, necessario a dare risposte concrete alla crisi attuale ed alle sfide future.
Le imprese private acquistano beni e servizi per importi compresi tra il 30% ed il 70% del loro fatturato, hanno centinaia o migliaia di fornitori e di prodotti (anche complessi o da aree critiche) approvvigionati, sono soggette a regole, leggi e valutazioni/certificazioni di organismi internazionali. Applicare criteri di sostenibilità, assicurando e migliorando la competitività di impresa, significa gestire una indiscussa “massa critica”, capace di influenzare uno scenario globale esteso, agendo con una visione a lungo termine per ridurre i rischi e gli sprechi, migliorare l’immagine e la credibilità interna ed esterna, coniugando il profitto e la crescita con il bene comune.
La Pubblica Amministrazione è uno dei principali consumatori, con un volume di acquisto pari a 2 trilioni di euro per anno, equivalenti al 19% del PIL dell’Unione Europea. Per questo costituisce un enorme potenziale volano alla cultura e prassi della sostenibilità, collegando sinergicamente il pubblico e il privato in un processo virtuoso, dove gli obbiettivi di protezione dell’ambiente, della salute e dell’occupazione si coniugano con l’uso ed il riuso efficiente ed innovativo delle risorse economiche, materiali ed immateriali, realizzando un’ideale patto tra istituzioni, capitale, imprese e cittadini.
La sostenibilità della supply chain include i seguenti aspetti riconosciuti importanti da noi e da i vari “stakeholder” (i dipendenti, i clienti, i fornitori, la comunità, l’ambiente, gli azionisti):
- la responsabilità ambientale, dal consumo/riciclo/riuso delle risorse ed energia alla riduzione delle emissioni inquinanti e clima-alteranti, fino alla tutela della biodiversità;
- la responsabilità sociale, il rispetto dei diritti umani, della cultura dei lavoratori e delle loro famiglie, della diversità, promuovendo pari opportunità e crescita sociale e culturale;
- lo sviluppo economico anche attraverso l’innovazione di prodotto, di processo e dei modelli di business responsabili;
- la corporate governance orientata alla sostenibilità ed all’impatto positivo sulla società, la gestione del rischio come opportunità;
- la buona e trasparente pratica negli affari, l’etica e la lotta alla corruzione;
- il coinvolgimento della comunità nelle dimensioni fisiche del territorio e virtuali della rete.